SISTEMI ANTICADUTA E LINEE VITA: Protezione per lavori in quota

APPROFONDIMENTO TECNICO

I lavori in quota rappresentano una delle principali fonti di rischio nel settore dell’edilizia e in altre attività industriali che richiedono l’accesso a superfici elevate. Le cadute dall’alto sono una delle cause più comuni di infortuni gravi e mortali. Per prevenire incidenti di questo tipo, sono stati sviluppati e normati i sistemi anticaduta, che includono le linee vita tra i dispositivi più diffusi. Questi strumenti sono progettati per garantire la sicurezza degli operatori che devono lavorare su tetti, impalcature o strutture elevate, riducendo il rischio di caduta.

Cosa sono i Sistemi Anticaduta?

I sistemi anticaduta sono un insieme di dispositivi e attrezzature progettate per prevenire le cadute durante i lavori in altezza o, nel caso in cui una caduta avvenga, per limitare i danni fisici agli operatori. Si tratta di sistemi di protezione collettiva o individuale che comprendono:    

  • Linee vita;
  • Imbracature di sicurezza;
  • Cordini e retrattori;
  • Assorbitori di energia;
  • Ancoraggi (fissi o mobili).

 

Questi sistemi sono essenziali in ambiti come l’edilizia, la manutenzione dei tetti, la pulizia di facciate e pannelli solari, la gestione di impianti industriali e molti altri contesti dove vi sia il rischio di cadute da superfici sopraelevate.

Linee Vita: Definizione e Funzionamento

Una linea vita è un sistema anticaduta costituito da un cavo o binario fissato in modo stabile a una struttura, al quale gli operatori possono agganciarsi tramite appositi dispositivi come imbracature e cordini. Le linee vita possono essere temporanee o permanenti, a seconda del tipo di installazione e dell’uso previsto.

  1. Linea vita temporanea: utilizzata per lavori a breve termine, come interventi di manutenzione o riparazioni. È facile da installare e rimuovere, solitamente fissata con cinghie, morsetti o ancoraggi portatili.
  2. Linea vita permanente: progettata per durare nel tempo, solitamente installata su strutture come tetti o facciate di edifici. Queste linee sono più robuste e richiedono una progettazione accurata, tenendo conto delle specifiche strutturali e delle normative di sicurezza vigenti.

Il principio di funzionamento è semplice: l’operatore si aggancia alla linea vita attraverso un cordino dotato di assorbitore di energia, che riduce l’impatto in caso di caduta. Questo sistema permette di muoversi liberamente lungo la superficie senza rischiare di perdere l’equilibrio o cadere nel vuoto.

Normative di Riferimento

L’installazione e l’utilizzo dei sistemi anticaduta e delle linee vita sono regolamentati da norme specifiche in molti paesi, che definiscono i requisiti tecnici e operativi per garantire la sicurezza degli operatori. In Italia, ad esempio, le normative principali sono:

  • D.Lgs. 81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro): stabilisce le misure preventive da adottare per evitare cadute dall’alto e obbliga l’uso di dispositivi di protezione individuale e collettiva.
  • Norma UNI EN 795: specifica i requisiti per i dispositivi di ancoraggio progettati per sostenere una o più persone in sicurezza.
  • Norma UNI 11560: fornisce indicazioni per la progettazione, l’installazione e la manutenzione dei sistemi anticaduta.

Vantaggi dei Sistemi Anticaduta

L’adozione di linee vita e di altri sistemi anticaduta comporta diversi vantaggi:

  • Sicurezza degli operatori: riducono in modo significativo il rischio di caduta e, in caso di incidente, limitano i danni fisici grazie all’azione degli assorbitori di energia.
  • Libertà di movimento: le linee vita permettono agli operatori di muoversi liberamente e di lavorare in sicurezza su superfici estese, senza la necessità di rimanere vincolati a un singolo punto di ancoraggio.
  • Versatilità: le linee vita possono essere installate su una vasta gamma di strutture e superfici, sia per lavori temporanei che permanenti.
  • Riduzione dei costi: la prevenzione degli incidenti riduce i costi associati agli infortuni sul lavoro, tra cui le spese mediche, le interruzioni lavorative e le potenziali sanzioni derivanti dalla mancata osservanza delle normative di sicurezza.

 

Manutenzione e Ispezione

La manutenzione regolare e le ispezioni periodiche dei sistemi anticaduta sono fondamentali per garantire il corretto funzionamento delle attrezzature. Le linee vita, in particolare, devono essere controllate almeno una volta all’anno da personale qualificato per verificare l’integrità dei materiali e la sicurezza degli ancoraggi.

PANORAMICA SULLE NORMATIVE

Le normative relative ai sistemi anticaduta e alle linee vita mirano a garantire la sicurezza dei lavoratori che operano in quota. Ogni paese ha una propria legislazione che stabilisce i requisiti tecnici e procedurali per prevenire incidenti durante i lavori in altezza. In Italia, le principali normative di riferimento comprendono il D.Lgs. 81/2008, oltre a specifiche norme tecniche europee e nazionali. Vediamole nel dettaglio:

1. D.Lgs. 81/2008 – Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro

Il Decreto Legislativo 81/2008, noto anche come Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, è il riferimento normativo principale in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro in Italia. Al suo interno, si affrontano diversi aspetti relativi alla sicurezza in quota, con particolare attenzione ai sistemi anticaduta.

Punti salienti del D.Lgs. 81/2008:

  • Articolo 115: Disciplina l’uso di sistemi di protezione individuale contro le cadute dall’alto, specificando che, nei casi in cui non sia possibile adottare misure di protezione collettiva (come parapetti o reti), è obbligatorio l’uso di dispositivi anticaduta come le linee vita.
  • Allegato VIII: Elenca i requisiti tecnici e le caratteristiche di sicurezza dei dispositivi di protezione individuale (DPI) per prevenire le cadute dall’alto, inclusi i cordini, le imbracature e i sistemi di ancoraggio.

  Il decreto evidenzia anche la necessità di ispezionare regolarmente tali dispositivi e di fornire una formazione adeguata ai lavoratori in merito al loro corretto utilizzo.

2. Norma UNI EN 795:2012 – Dispositivi di Ancoraggio

La UNI EN 795 è una norma tecnica europea che specifica i requisiti di prestazione e i metodi di prova per i dispositivi di ancoraggio progettati per essere utilizzati come parte di sistemi anticaduta personali. Questa norma definisce le caratteristiche che i dispositivi di ancoraggio devono possedere per garantire la massima sicurezza in caso di caduta.

La UNI EN 795 suddivide i dispositivi di ancoraggio in diverse classi:

  • Classe A: Ancoraggi fissi per superfici verticali, orizzontali o inclinate.
  • Classe B: Ancoraggi temporanei.
  • Classe C: Linee di ancoraggio flessibili, come le linee vita.
  • Classe D: Linee di ancoraggio rigide.
  • Classe E: Ancoraggi costituiti da contrappesi mobili (per esempio, zavorre mobili).

Secondo la norma, i dispositivi di ancoraggio devono resistere a carichi minimi di caduta e devono essere testati in base a procedure standardizzate per garantire la loro affidabilità.

3. Norma UNI 11560:2014 – Linee Vita Fisse

La UNI 11560 è una norma italiana che riguarda la progettazione, l’installazione e la manutenzione dei sistemi di ancoraggio permanenti, comunemente noti come linee vita fisse. Questa norma fornisce indicazioni dettagliate sui seguenti aspetti:

  • Progettazione e scelta del sistema in base alle caratteristiche strutturali dell’edificio o della superficie.
  • Installazione corretta delle linee vita, che deve essere eseguita da personale qualificato.
  • Ispezione e manutenzione periodica dei sistemi per garantirne l’efficienza e la sicurezza nel tempo.

La UNI 11560 richiede che ogni linea vita fissa sia dotata di una documentazione tecnica dettagliata, comprensiva di certificati, istruzioni per l’uso e registro di manutenzione.

4. Norma UNI EN 353-1 e 353-2 – Sistemi di Protezione Individuale Contro le Cadute

Le norme UNI EN 353-1 e 353-2 si concentrano sui dispositivi anticaduta di tipo guidato, ovvero i sistemi che seguono il movimento verticale dell’operatore lungo una linea di ancoraggio.

  • UNI EN 353-1: Descrive i requisiti per i dispositivi guidati su linee di ancoraggio rigide.
  • UNI EN 353-2: Definisce i requisiti per i dispositivi guidati su linee di ancoraggio flessibili, come le linee vita in corda.

Queste norme stabiliscono i criteri per l’affidabilità di tali sistemi e indicano i test da effettuare per garantirne la sicurezza.

5. Norma UNI EN 365 – Istruzioni per l’Uso e la Manutenzione

La UNI EN 365 specifica le informazioni che devono essere fornite con i dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall’alto. Questa norma stabilisce che i produttori debbano includere le seguenti informazioni:

  • Istruzioni dettagliate per l’uso sicuro dei dispositivi.
  • Procedure di manutenzione e ispezione periodica.
  • Indicazioni sulle modalità di immagazzinamento e smaltimento del dispositivo.

Le ispezioni periodiche e la manutenzione devono essere eseguite da personale competente e in conformità con le indicazioni fornite dal produttore, come previsto dalla norma.

6. Norma UNI 11578:2015 – Sistemi di Ancoraggio Strutturali Non Rimovibili

Questa norma definisce i requisiti per i sistemi di ancoraggio non rimovibili che fanno parte della struttura e sono progettati per l’utilizzo con dispositivi di protezione individuale contro le cadute. È rivolta a quegli ancoraggi che, una volta installati, non possono essere spostati o rimossi senza influire sulla struttura.

7. Normativa Regionale

Oltre alle normative nazionali, alcune regioni italiane, come la Regione Toscana o la Regione Lombardia, hanno introdotto disposizioni specifiche che regolano l’obbligo di installazione di sistemi anticaduta permanenti (linee vita) su edifici di nuova costruzione o soggetti a ristrutturazione. Queste leggi regionali, ad esempio, obbligano l’inserimento di sistemi di sicurezza permanenti già in fase progettuale, per facilitare future manutenzioni e ridurre il rischio di incidenti durante i lavori di manutenzione ordinaria.

CLASSI DEI DISPOSITIVI DI ANCORAGGIO

I dispositivi di ancoraggio utilizzati nei sistemi anticaduta sono classificati secondo la norma UNI EN 795, che definisce le caratteristiche tecniche e i requisiti di sicurezza per ciascun tipo. Questi dispositivi sono fondamentali per garantire un punto sicuro a cui agganciare il sistema di protezione anticaduta, come imbracature e cordini. Di seguito, un approfondimento sulle classi di dispositivi di ancoraggio definite dalla UNI EN 795:2012.

Classificazione dei Dispositivi di Ancoraggio (UNI EN 795)

La UNI EN 795 suddivide i dispositivi di ancoraggio in cinque classi principali (A, B, C, D, E), ciascuna con caratteristiche e applicazioni specifiche. Vediamo in dettaglio ogni classe:

Classe A – Ancoraggi Fissi

Questi dispositivi sono progettati per essere fissati in modo permanente a una struttura stabile, come superfici verticali, orizzontali o inclinate. Sono adatti per l’uso su edifici e strutture in cui i punti di ancoraggio devono essere fissi e permanenti. La classe A si divide in due sottogruppi:

  • Classe A1: Dispositivi di ancoraggio progettati per essere installati su superfici verticali (come pareti) o superfici inclinate che presentano un’inclinazione maggiore di 15 gradi. Possono essere utilizzati su tetti o facciate di edifici, con ancoraggi installati in modo permanente.
  • Classe A2: Dispositivi di ancoraggio progettati per superfici orizzontali o inclinate fino a 15 gradi. Questi punti di ancoraggio sono fissati direttamente alla struttura, come parapetti o tetti piani.

Applicazioni Tipiche:

  • Edifici residenziali, commerciali e industriali.
  • Installazioni permanenti su tetti e pareti per l’accesso a zone elevate.

Classe B – Ancoraggi Temporanei (Portatili)

Questa classe include dispositivi di ancoraggio portatili o temporanei, utilizzati per lavori che richiedono sistemi di ancoraggio mobili o rimovibili. I dispositivi di questa classe sono progettati per essere facilmente installati e rimossi, senza richiedere modifiche permanenti alla struttura. Gli ancoraggi di Classe B devono essere utilizzati con cautela e in conformità con le istruzioni del produttore, poiché spesso sono meno stabili rispetto agli ancoraggi fissi.

Esempi di Ancoraggi Temporanei:

  • Travi con morsetti: utilizzate per ancorare temporaneamente un cavo o un cordino a una struttura metallica.
  • Punti di ancoraggio mobili: ancoraggi portatili fissati su superfici mediante morsetti o ventose.

Applicazioni Tipiche:

  • Lavori di manutenzione temporanea.
  • Cantieri dove non sono disponibili ancoraggi permanenti.

Classe C – Linee di Ancoraggio Flessibili Orizzontali

I dispositivi di Classe C includono linee di ancoraggio flessibili orizzontali, come cavi d’acciaio o corde resistenti fissate a due o più punti di ancoraggio. Queste linee vita flessibili consentono agli operatori di muoversi lungo una superficie orizzontale o inclinata senza dover continuamente scollegarsi dal sistema di sicurezza. La capacità del cavo di assorbire l’energia in caso di caduta è un aspetto critico per la sicurezza.

Caratteristiche:

  • Il cavo può essere in acciaio o in fibra sintetica e viene fissato a due estremità su punti di ancoraggio stabili.
  • Gli operatori si collegano alla linea tramite cordini o carrelli scorrevoli, che consentono libertà di movimento.

Applicazioni Tipiche:

  • Manutenzione di tetti piani e inclinati.
  • Accesso sicuro lungo passerelle e ponti.
  • Lavori su grandi strutture orizzontali.

Classe D – Linee di Ancoraggio Rigide Orizzontali

I dispositivi di Classe D sono linee di ancoraggio rigide, come binari o rotaie fissati orizzontalmente. Questi sistemi offrono un punto di ancoraggio molto stabile, su cui l’operatore può muoversi attraverso un sistema di carrelli o pattini scorrevoli. Le linee di ancoraggio rigide sono meno soggette a flessioni o estensioni rispetto alle linee flessibili, garantendo maggiore controllo e stabilità.

Vantaggi:

  • La rigidità del sistema riduce il rischio di oscillazione durante una caduta.
  • Garantisce maggiore sicurezza in contesti dove è necessario un movimento orizzontale lungo tutta la linea di lavoro.

Applicazioni Tipiche:

  • Lavori su ponti e strutture industriali.
  • Manutenzione di strutture elevate come torri e gru.

Classe E – Ancoraggi con Contrappeso (Ancoraggi a Zavorra)

La Classe E si riferisce agli ancoraggi mobili con contrappeso o zavorra, che non richiedono fissaggi permanenti alla struttura. Questi sistemi utilizzano il peso dell’ancoraggio stesso per garantire la stabilità, rendendoli ideali per lavori temporanei su superfici piane. Gli ancoraggi a zavorra sono particolarmente utili su tetti piani o superfici dove non è possibile fissare permanentemente un ancoraggio.

Caratteristiche: 

  • Solitamente costituiti da blocchi pesanti, come quelli di cemento, che fungono da contrappeso.
  • Non richiedono fori o modifiche strutturali permanenti.

Applicazioni Tipiche: 

  • Installazioni temporanee su tetti piani dove non sono disponibili punti di ancoraggio fissi.
  • Lavori di manutenzione o installazione su superfici lisce o piane. 

Requisiti di Progettazione e Uso

Indipendentemente dalla classe, tutti i dispositivi di ancoraggio devono rispettare requisiti di progettazione e installazione rigorosi. Devono essere in grado di sostenere carichi minimi di sicurezza, essere certificati e installati da personale qualificato, e devono essere ispezionati regolarmente per garantirne il corretto funzionamento.

La scelta della classe di ancoraggio più adatta dipende dal tipo di lavoro, dalla struttura su cui si opera e dalle condizioni specifiche di sicurezza. Mentre gli ancoraggi fissi (Classe A) sono ideali per installazioni permanenti, quelli temporanei (Classe B) e le linee flessibili o rigide (Classi C e D) offrono soluzioni versatili per lavori temporanei o che richiedono una certa mobilità. Gli ancoraggi a zavorra (Classe E) rappresentano un’opzione efficace per le superfici piane dove non è possibile installare sistemi permanenti.

AUTORE: Ing. Marco Signorotti